L’immaginazione nello studio

Abbiamo visto Cos’è l’immaginazione, come la si può coltivare e come si applica nella carriera professionale. Oggi vedremo come si applica nello studio.

Se, come abbiamo detto, l’immaginazione rende possibile vedere le cose da più punti di vista, nello studio questo ci permette di conoscere tutti gli aspetti di un argomento, e di farci domande sempre nuove per aumentare la nostra conoscenza nell’ambito.

Abbiamo visto che si possono utilizzare le mappe concettuali per sviluppare l’immaginazione, e sono utili anche come metodo di studio, perché ogni persona può creare la mappa concettuale adatta alla propria forma mentis e al proprio mondo di approcciare la conoscenza.

Anche l’articolo di studiarapido.it ci dà alcuni spunti di riflessione, soprattutto sottolineando l’aspetto dell’immaginazione che consente di superare i limiti del quotidiano e del reale, permettendo di astrarre i concetti, di sintetizzarli in maniera personale e fare riferimenti che siano cross-culturali.

In fondo, l’immaginazione aiuta a vedere lo studio come un gioco, in cui l’unica regola è che non ci sono regole per imparare, ma che si è liberi di utilizzare la creatività per trovare il migliore approccio per se stessi per conoscere gli argomenti, ricordarli e farli propri. E anche per condividerli.

Come descritto nell’articolo di crescita-personale.it

“Il contesto ludico è protetto e grazie alla sua finalità (divertimento) e all’atmosfera che lo circonda permette di sviluppare le capacità creative, legate all’autoefficacia e all’autostima senza preoccuparsi troppo della finalità di questa attività o delle sue conseguenze.”

Nella scuola, i laboratori sono il luogo in cui viene stimolata la creatività, dove i bambini possono imparare ad affrontare i problemi in modo creativo, perché slegati dal contesto e dal programma didattico. In questo contesto si crea un clima di fiducia che consente ai bambini di assumersi il rischio di sbagliare e di poter imparare dai propri successi ed insuccessi.

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