L’assertività nella carriera professionale
Abbiamo visto nell’articolo precedente cos’è l’assertività, dando anche dei consigli utili su come capire se siamo assertivi e come diventarlo.
Ma come si traduce questa soft skill nel lavoro? Come possiamo essere assertivi mentre lavoriamo e cosa ci permette di ottenere?
L’assertività ci aiuta a difenderci, aiuta la nostra salute psicofisica, perché ci consente di porre dei limiti, di non sovraccaricarci di lavoro e di stress e di vivere rapporti sani e costruttivi con i nostri colleghi, non sacrificando le relazioni in nome del lavoro né perdendo tempo utile per le attività lavorative per compiacere gli altri, ma anzi aiutandoci a focalizzare le nostre potenzialità, sapendo scegliere quando dire no.
Come coltivare l’assertività nella carriera professionale?
- Trasformare l’aggressività in assertività: il sovraccarico di lavoro, lo stress, il comportamento perfezionistico, le scadenze imminenti possono renderci poco comprensivi verso i colleghi. Riconoscere che in un team di lavoro ciascuno ha le sue responsabilità e sviluppare l’empatia, ci può aiutare a dare risposte più concilianti e rispettose in cui si fanno presenti le proprie necessità, esigenze e priorità professionali
- Focalizzare l’attenzione su se stessi e non sui colleghi, superiori o dipendenti: usare il pronome “io” quando si formula una affermazione, domanda o richiesta, invece di sottolineare continuamente come o cosa l’altro dovrebbe dire, fare o essere.
- Dichiarare le proprie esigenze, necessità, priorità in modo chiaro e deciso, seppure educato.. Ad esempio, se si chiede un permesso di assenza di un paio di ore dal lavoro, domandarlo con sicurezza, senza troppi giri di parole, impegnandosi a recuperare il tempo perso di lavoro in un altro momento
- Attenersi fermamente ai propri propositi e intenzioni: se, ad esempio, si sono chieste due ore di permesso di assenza dal lavoro per motivi personali attenersi alla richiesta, senza farsi circuire da richieste dell’ultimo minuto
- Essere assertivi solo quando è necessario: cercare di comprendere l’altro, andare incontro alle esigenze altrui, a volte ha anche dei limiti. Questi limiti risiedono nel rispetto di se stessi. Non si può rispettare il prossimo se non si rispetta se stessi. In caso contrario diventa un sacrificio di cui prima o poi si pagano le conseguenze, specie sul piano relazionale e della salute psicofisica. Esiste un fronte entro il quale possiamo manifestare la nostra elasticità, ma oltre la quale non riusciamo ad andare. Ognuno di noi deve poter conoscere il suo limite e rispettarlo.