La forza interiore secondo il modello SkillView® appartiene alle persone resilienti, ovvero a quelle persone che riescono ad affrontare le avversità, a superarle positivamente e uscirne rafforzati.

La forza interiore è quella spinta vitale per cui si va avanti nonostante i momenti negativi, le giornate storte, i fallimenti sul lavoro o nella vita personale. E’ quella sensazione che ci fa alzare dal letto la mattina nonostante i litigi del giorno prima, che ci fa asciugare le lacrime e ricominciare a sorridere o che, più semplicemente, ci fa essere risoluti nei momenti in cui la vita ci gioca dei brutti scherzi, che proprio non ci aspettavamo. Ci dà uno stimolo in più per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo e trovarne sempre di nuovi.

Qualche idea per alimentare la vostra forza interiore

Dall’esperienza di OriginalSkills e prendendo alcuni spunti da  greenme.it e lamenteemeravigliosa.it vi proponiamo 6 consigli semplici ed essenziali:

  • Ritrovare la propria autostima, il credere in se stessi.

Pensate a quante cose positive avete fatto nella vostra vita. Ma, partite anche dalla giornata, quante cose positive potete fare, per voi e per gli altri.

Non riuscite comunque a ritrovare un motivo per essere contenti di voi stessi? Fate una lista di cose che avete fatto di buono e cosa potete fare in futuro per poter ritrovare quella sensazione positiva che avevate nei vostri confronti.

  • Siete accecati dalla negatività? Pensate che il dolore non dura cento anni o tutta la vita. Vivete il presente, un passo alla volta. Non cercate di stare bene subito. Per essere felici, bisogna prima stare bene, e stare bene vuol dire uscire dalla negatività. Distogliere l’attenzione dal motivo del vostro malessere può essere un metodo. Accantonatelo momentaneamente, per poi affrontarlo quando siete più lucidi, più calmi.
  • La mancanza di fiducia verso voi stessi, vi fa non aver fiducia neanche nell’ambiente in cui siete? Circondatevi di persone che vi danno positività. Attingete dalla loro forza, non abbiate paura di ascoltarle, di partecipare con loro. Non vi sentite a vostro agio? Cercate di capire da cosa deriva la loro felicità e, se è quello che volete anche voi, provate anche voi a vivere la vita come la vivono loro. Non è quello che volete voi?

Allora…

  • Trovate un vostro spazio, per capire quello che volete. Per conoscervi a fondo e dirvi sinceramente quello che vi fa stare bene e quello che vi fa stare male. Siate dolci con voi stessi. Se vi accorgete di esservi detti delle bugie in passato o di aver fatto degli errori, perché magari eravate confusi, non datevi la colpa e non siate troppo duri con voi stessi. Si può sbagliare. Siamo tutti migliori di altri e peggiori di alcuni. L’importante è riconoscere in cosa si è bravi (e magari condividere le proprie conoscenze, per aiutare gli altri) e in cosa no (e magari, chiedere consiglio, senza paura di fare brutte figure, perché se voi aiutate gli altri, questi saranno pronti ad aiutare voi).
  • E infine, ma non per ultimo, fate quello che vi fa stare bene. Ascoltate musica, uscite con gli amici, fate attività fisica, fate volontariato, invitate a cena una persona che vi interessa, andate allo stadio o semplicemente guardate un film in televisione con un tisana calda tra le mani. Dovete volervi bene, quando gli eventi sembrano non essere dalla vostra parte. Quando la vita è amara, concedetevi della dolcezza.

Datevi nuovi obiettivi e competete con voi stessi. Per tenere allenata la vostra forza interiore, per non cedere mai il passo di fronte a nuove sfide e per raggiungere vette che non pensavate di poter scalare, non perdete di vista i vostri obiettivi, dedicategli (e dedicatevi) tutto il tempo necessario per essere sempre più tenaci ed efficaci in tutto ciò che fate e con le persone che vi circondano.

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Lo studio del Febbraio del 2015 condotto da M. Kosinski et al.  ha coinvolto un campione di 86.220 volontari che hanno compilato un questionario di autovalutazione della personalità basato sui Big Five. I ricercatori guidati da Kosinski sono partiti da questo campione complessivo per individuare 70.530 soggetti dalla quale estrarre il profilo di personalità utilizzando,  a tale scopo, le “registrazioni” digitali racchiusi nei Like di Facebook (come ad es, preferenze dei soggetti del campione espressa su tematiche di loro interesse come la corsa, il ballo, la politica, ecc…).

Naturalmente la relazione tra profilo di personalità (misurati con il modello NEO PI-R di Costa e McCrea: Estroversione, Amicalità, …) frutto del questionario di personalità ed i Like degli “user” era stato oggetto di analisi e indagine da parte dello stesso Kosinsky, mediante l’impiego del modello di regressione lineare che ha permesso di generare dei “coefficienti” che esprimono numericamente il legame di ogni tratto di personalità con i Like. I “coefficienti” individuati sono stati poi utilizzati da un sistema automatico, messo a punto dagli stessi ricercatori, per formulare giudizi sulla personalità degli “iscritti a Facebook”.

In conclusione, Kosinski sostiene che la valutazione della personalità effettuata tramite sistemi automatici come quello utilizzato dallo stesso studioso (esame di solo 100 Like per persona) è più accurata (r = 0,56) rispetto a quella  frutto del questionario di personalità (r = 0,49) e della valutazione fatta dagli amici sulla persona. Questo studio permette di capire l’enorme potenzialità per l’assessment delle persone tramite scale validate con meccanismi che agiscono come il test Skill View anche tramite i social media.

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Che si stia a casa, con la famiglia, il partner, oppure gli amici, l’empatia può venirci in aiuto per stare meglio con se stessi e con gli altri.

L’empatia cognitiva, emotiva e verso i bisogni degli altri (come descritto nell’articolo “Che cos’è l’empatia ) è uno strumento per capire le sensazioni, le emozioni e le necessità di chi conosciamo o di chi ci sta vicino, per poter vivere appieno la vita con loro, nel caso di momenti e sensazioni positive, o per supportare e aiutare nel caso di momenti ed emozioni negative.

I suggerimenti visti nell’articolo precedente per allenare l’empatia possono essere applicati nella vita quotidiana.

  • Comprendi le tue stesse emozioni
  • Impara ad ascoltare
  • Fai finta di essere l’altro
  • Non avere paura di sentirti a disagio

…e sono un piccolo vademecum per capire come le persone che conosciamo affrontano la vita, gli eventi che accadono, le attività che svolgono, come lo sport o la musica, e le relazioni che tessono. L’empatia ci aiuta ad avere dei punti di riferimento emotivi. Per poter riflettere su come abbiamo affrontato il passato, per migliorare, e come potremmo affrontare il futuro, se accadessero a noi gli eventi che capitano a chi conosciamo.

“L’empatia ci aiuta ad avere dei punti di riferimento emotivi. Per poter riflettere su come abbiamo affrontato il passato, per migliorare, e come potremmo affrontare il futuro, se accadessero a noi gli eventi che capitano a chi conosciamo.”

Se, ad esempio, vogliamo eccellere nello sport, possiamo ricorrere al patrimonio emotivo di persone con cui ci alleniamo, oppure di grandi sportivi che sono saliti sul podio, per capire come si preparano per le gare e come affrontano la sfida.

Se, d’altra parte, vogliamo avere una relazione felice, oppure vogliamo sapere come affrontare un evento spiacevole che potrebbe capitarci in futuro, possiamo ricorrere al patrimonio emotivo di persone che vivono serenamente la relazione con il proprio partner, oppure che hanno affrontato e superato la fragilità emotiva che si prova durante l’evento spiacevole, che può spaventare perché non sappiamo come affrontarlo.

L’empatia è quindi uno strumento prezioso, che ci consente di entrare in contatto con gli altri e di scambiare emozioni, punti di vista e capire le necessità degli altri (ma anche di se stessi), per vivere la vita pienamente e prepararci a quello che ci riserva per il futuro.

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